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B A M B I N I

LA MERAVIGLIOSA AVVENTURA SBAGLIATA
DI VELINA CARRETTA
Questa è la storia di un'amicizia fra una barchetta di carta e una bambina che non riesce a disegnare ciò che ha in mente.
Ed è anche la storia di un viaggio d'avventura pieno di pericoli, incontri e scoperte incredibili.
Come una scatola misteriosa di un ragazzino naufragato col suo barcone laggiù, nel mare profondo.
Dove si trova l'isola di una creatura magica.
Dove si legheranno tra loro tutte le scelte sbagliate e le disubbidienze che ogni personaggio compie volontariamente.
Per giungere dove il mare si confonde con il cielo e la fantasia.
In un paese, il nostro, che forse non è uguale a quello visto e sognato in tv.
Che esiste solo dentro al cuore.
O nella fantasia dei bambini.
Ed è anche la storia di un viaggio d'avventura pieno di pericoli, incontri e scoperte incredibili.
Come una scatola misteriosa di un ragazzino naufragato col suo barcone laggiù, nel mare profondo.
Dove si trova l'isola di una creatura magica.
Dove si legheranno tra loro tutte le scelte sbagliate e le disubbidienze che ogni personaggio compie volontariamente.
Per giungere dove il mare si confonde con il cielo e la fantasia.
In un paese, il nostro, che forse non è uguale a quello visto e sognato in tv.
Che esiste solo dentro al cuore.
O nella fantasia dei bambini.

ARCHIMEDE E LA SCUOLA DEI DISASTRI
Nella reggia del tiranno Ierone II scompare un prezioso sigillo. Incaricato delle indagini è Archimede che non riesce a ritrovare il prezioso oggetto ed a scoprire il ladro. Il tiranno è furioso. Tra sette giorni arriverà l’ambasciatore dei romani e porterà un accordo. Serve il sigillo del re per firmarlo.
Ierone II, vendicativo, obbliga allora Archimede a far da maestro a tre pesti reali, Geronimo, il nipote, Pirro Junior, figlio di una sua cugina di stirpe regale e Ligdamo, il primogenito del più importante lottatore siracusano, vincitore dei giochi olimpici dell’anno precedente, un vip a Siracusa.
I tre disastri hanno già fatto scappare tre educatori e mentre il Maestro di palazzo ne sta cercando uno nuovo, Archimede dovrà essere il loro pedagogo. Ierone II non può immaginare che proprio le tre pesti saranno decisive nelle ricerche del sigillo perduto aiutando Archimede ad individuare il ladro.
Ierone II, vendicativo, obbliga allora Archimede a far da maestro a tre pesti reali, Geronimo, il nipote, Pirro Junior, figlio di una sua cugina di stirpe regale e Ligdamo, il primogenito del più importante lottatore siracusano, vincitore dei giochi olimpici dell’anno precedente, un vip a Siracusa.
I tre disastri hanno già fatto scappare tre educatori e mentre il Maestro di palazzo ne sta cercando uno nuovo, Archimede dovrà essere il loro pedagogo. Ierone II non può immaginare che proprio le tre pesti saranno decisive nelle ricerche del sigillo perduto aiutando Archimede ad individuare il ladro.

BABA YAGA | Fiaba popolare russa
Baba Yaga è il personaggio più popolare e complesso dei racconti popolari russi e fa risalire le sue origini all'antica dea slava che era il legame tra la vita e la morte, o il nostro mondo e gli inferi. Esistono molte versioni delle origini del suo nome, inclusa una che collega Yaga al verbo "yagatj" che significa "essere arrabbiato, sgridare qualcuno" e altre che collegano il nome Yaga a diverse lingue con significati come "serpente" e "abitante della foresta". Qualunque sia l'origine del nome, è stato associato a un personaggio simile a una vecchia che a volte cattura e sacrifica i bambini ed è imprevedibile nel suo comportamento.
Tuttavia, questa associazione è lontana dal significato originale conferito a Baba Yaga, che era di natura, maternità e mondo sotterraneo. In effetti, Baba Yaga era il personaggio più amato del folklore russo e rappresentava la società matriarcale da cui ha avuto origine. La sua natura imprevedibile era un riflesso del rapporto delle persone con la Terra quando il tempo poteva influenzare il raccolto. La sua sete di sangue deriva dai rituali sacrificali degli antichi slavi, e la cattiveria attribuita a Baba Yaga è dovuta al modo in cui il clero amava ritrarla per sopprimere i valori pagani slavi che rimasero popolari tra la gente comune nonostante il cristianesimo fosse una religione ufficiale.
Incontrerai Baba Yaga nella maggior parte dei racconti popolari russi. Vive in una foresta, un simbolo del passaggio dalla vita alla morte nella tradizione slava, in una capanna che poggia su due zampe di gallina. A Yaga piace catturare i viaggiatori e fargli fare "il lavoro in cucina", ma gli accoglie anche con cibo e bevande, e se rispondono correttamente ai suoi enigmi o mostrano un comportamento umile, Yaga può diventare il loro più grande aiutante.
Tuttavia, questa associazione è lontana dal significato originale conferito a Baba Yaga, che era di natura, maternità e mondo sotterraneo. In effetti, Baba Yaga era il personaggio più amato del folklore russo e rappresentava la società matriarcale da cui ha avuto origine. La sua natura imprevedibile era un riflesso del rapporto delle persone con la Terra quando il tempo poteva influenzare il raccolto. La sua sete di sangue deriva dai rituali sacrificali degli antichi slavi, e la cattiveria attribuita a Baba Yaga è dovuta al modo in cui il clero amava ritrarla per sopprimere i valori pagani slavi che rimasero popolari tra la gente comune nonostante il cristianesimo fosse una religione ufficiale.
Incontrerai Baba Yaga nella maggior parte dei racconti popolari russi. Vive in una foresta, un simbolo del passaggio dalla vita alla morte nella tradizione slava, in una capanna che poggia su due zampe di gallina. A Yaga piace catturare i viaggiatori e fargli fare "il lavoro in cucina", ma gli accoglie anche con cibo e bevande, e se rispondono correttamente ai suoi enigmi o mostrano un comportamento umile, Yaga può diventare il loro più grande aiutante.

PRÂSLEA IL FORTE E LE MELE D'ORO | Fiaba popolare romena
Nelle fiabe si concentra la sapienza e la specifica visione del mondo dei popoli che le tramandano. La fiaba, accanto ad altre narrazioni folkloriche, ha conservato la forza racchiusa nella modalità della sua trasmissione, in cui la partecipazione attiva degli ascoltatori si fondeva col racconto orale dei cantastorie e appare così universale, comune, affratellante. Tutti possono godere della meraviglia delle fiabe di tutti i popoli, possono apprezzare l’incanto di quelle vicende, comprendere istintivamente l’apparente stranezza di quelle storie, la specificità di vita e di cultura dei popoli che le hanno tramandate. La fiaba ci appare dunque come sintesi del particolare e del generale, del singolare e dell’universale. Questo spiega probabilmente come la traduzione e la pubblicazione di fiabe di tradizioni geograficamente o culturalmente lontane sia divenuta uno dei principali modi per dialogare e conoscersi tra popoli diversi e lontani. Ed è questo anche il nostro intento nel lanciare una nuova collana dedicata alle fiabe ed intitolata "L'età del tempo".
La fiaba "Prâslea il forte e le mele d'oro" è una fiaba popolare romena, pubblicata nella straordinaria raccolta dello scrittore Petre Ispirescu "Leggende o fiabe dei rumeni" apparsa nel 1882, con una prefazione di Vasile Alecsandri (poeta, scrittore e politico, considerato il padre del teatro nazionale romeno).
L'azione si basa sul conflitto tra le forze del bene e del male, tra la verità e la menzogna e il risultato consiste sempre nel trionfo dei valori positivi su quelli negativi. Come in tutte le fiabe, il bene sconfigge il male, la giustizia si adempie, la verità trionfa e i coraggiosi e gli onesti vivono felici e contenti, quindi vengono premiati per i loro caratteri speciali, come simboli dei valori morali che devono caratterizzare l'umanità. Il personaggio principale della fiaba, Prâslea, è la personalizzazione del bene, incarna l'ideale etico, l’onore, la giustizia e la verità.
La fiaba "Prâslea il forte e le mele d'oro" è una fiaba popolare romena, pubblicata nella straordinaria raccolta dello scrittore Petre Ispirescu "Leggende o fiabe dei rumeni" apparsa nel 1882, con una prefazione di Vasile Alecsandri (poeta, scrittore e politico, considerato il padre del teatro nazionale romeno).
L'azione si basa sul conflitto tra le forze del bene e del male, tra la verità e la menzogna e il risultato consiste sempre nel trionfo dei valori positivi su quelli negativi. Come in tutte le fiabe, il bene sconfigge il male, la giustizia si adempie, la verità trionfa e i coraggiosi e gli onesti vivono felici e contenti, quindi vengono premiati per i loro caratteri speciali, come simboli dei valori morali che devono caratterizzare l'umanità. Il personaggio principale della fiaba, Prâslea, è la personalizzazione del bene, incarna l'ideale etico, l’onore, la giustizia e la verità.
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