Un progetto poetico sboccia quando trova, sulla tavola della mente, un oggetto, cercato, involontario, non importa. Ma un oggetto poetico, carattere che in decisiva parte ricade nel predicato dell’ampiezza. Ecco, un oggetto poetico è un oggetto che porta un suono vasto. Alcuni lo chiamano umore, altri mood, ma medesima è la tentazione di un panteismo meticoloso e scomposto.
In questo travalicare sonoro, assistiamo con speranza allo sgombero del sè, punto forse ineludibile di partenza, ma che alla lunga, aggrappato com’è al suo desiderio di salvezza, sterilizza la poesia nel lirismo e nella religione.
Finalmente si può incontrare il mondo, che è fatto di orchidee, di cotolette e di ponti bombardati. Di pecore di creta, anche.
“Giochi di assonanze in una percezione espansa del reale, in un’aspersione impressionistica di paesaggi e personaggi che giungono da un altrove come spettri. Una bellezza adusta di visioni, dove l’io si dissolve nella convergenza di assenza e presenza, nell’incontro sostanziale tra luce e ombra, l’oltrepassarsi dei corpi, in una dimensione metafisica. Talvolta acquerellando scorci di una provincia dell’anima, invischiata alla pelle come un innesto di immagini scorte nel passaggio purgatoriale della vita.” (dalla prefazione di Ilaria Palomba)
Autore: Santo Burgio
Editore: Le Fate
Collana: Accapo
Pagine: 92
Anno: 2025
ISBN-13: 979-12-80646-44-6
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€15,00Prezzo
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